Subito dopo la fine della guerra in Kosovo, la maggior parte delle famiglie di entrambe le nazionalità, serbe e albanesi, sono state sfollate; molte di loro ne sono uscite devastate fisicamente e psicologicamente. Chi è rimasto ha convissuto l'uno al fianco dell’altro, con un senso di paura costante e una diffidenza che ha alimentato la vendetta. E nei villaggi le persone hanno iniziato a svendere le proprie fattorie per sfuggire a nuovi conflitti.
«Non ho un approccio documentaristico, mi sento più a mio agio con la fiction, ma l’origine di questa storia era basata su fatti realmente accaduti a questa ragazzina. Ho semplicemente sviluppato tutti gli elementi che fossero necessari al mio approccio stilistico, che è di “genere”. Così ho deciso di mettere insieme questo tipo di elementi di genere perché pensavo che in questo modo il film potesse raggiungere una audience più ampia».
– Dušan Milic?