Con le sue astronavi, robot, androidi e cyborg, la fantascienza ha da sempre saputo raccontare ansie, trasformazioni e desideri legati alla società.
Nel momento stesso in cui ha saputo nutrire ed espandere il piacere del nostro immaginario in complesse architetture della “meraviglia”, la fantascienza ci ha forse accompagnato in un “viaggio” – metafora centrale del genere – dal quale siamo usciti non tanto con maggiori informazioni sul nostro futuro, quanto con una consapevolezza nuova di quello che già “siamo diventati”, nei nostri molteplici modi di indirizzarci verso l’esistente.