“La forza del suo cinema si basa innanzitutto sull’originalità dell’universo tematico che i singoli film affrontano, di volta in volta esplorandone le diverse componenti: si tratta, in altre parole, della ricerca e della messa in scena di un’anima giapponese, che la tradizione culturale ufficiale ha preferito rimuovere per affermare al suo posto la legittimità di valori più funzionali e produttivi.
Il Giappone che interessa ad Imamura non è quello dei samurai, quello della tradizione alta, ma piuttosto quello degli emarginati, dei sottoproletari che vivono d’espedienti illeciti, delle prostitute; il suo fine è di restituire loro tutta la dignità storica e la rilevanza culturale di cui sono portatori, e che il potere si ostina a non riconoscere”.
Tratto da “Shohei Imamura”, Bergamo Film Meeting 1987