1912. La Russia è ancora governata dallo zar. Un lavoratore viene ingiustamente accusato di aver rubato. Amareggiato si suicida, impiccandosi in fabbrica. Gli operai scioperano per protestare contro l'ingiustizia. Vanno avanti per giorni e quando arriva la polizia a cavallo ha inizio un massacro.
L'opera d'esordio del grande regista sovietico. L’utilizzo spudorato del cosiddetto “montaggio delle attrazioni” pose Sciopero al centro di un intenso dibattito critico. In parte perché il pubblico non era pronto a sperimentare un uso così libertario e simbolico del mezzo cinematografico, in parte perché il disvelamento delle manipolazioni del regista diventava una scelta politica in sé.
Fidarsi delle emozioni del pubblico fu un'azione che persino il Proletkul't, che aveva voluto e prodotto il film, finì per guardare con diffidenza. Alcuni confusero per formalismo ciò che era, per sua stessa essenza, pura rivoluzione.
Vivere le dissolvenze, le esposizioni multiple, i cambi di formato, le immagini frenetiche, grottesche, satiriche, strazianti e diaboliche di Eisenstein attraverso la musica e la sensibilità di Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Luca Cavina, Giuseppe Franchellucci, Ramon Moro, Stefano Pilia e Paolo Spaccamonti è un atto di pura rivoluzione. È guardare Eisenstein come deve essere guardato, e cioè sentirlo, sentirlo davvero, con un senso di meraviglia dirompente quanto il coraggio del suo autore. (Alessandro Criscitiello, Cineteca di Bologna)
Una produzione della Cineteca di Bologna per il festival Il Cinema Ritrovato 2025