Filmlovers è un’opera che si muove tra documentario, racconto autobiografico e finzione cinematografica, seguendo il giovane Paul Dedalus, alter ego di lunga data del regista, già protagonista dei suoi film I miei giorni più belli e I fantasmi d'Ismael. Attraverso Paul, Desplechin costruisce una sorta di romanzo di formazione dello spettatore: un percorso fatto di prime visioni, di scoperte estetiche, di sale buie e luminose rivelazioni. Le sue esperienze si intrecciano con testimonianze di altri amanti del cinema — registi, critici, spettatori comuni — in un flusso di immagini e parole che alterna ricordi, inchiesta, sogno e riflessione. «Ho voluto mescolare le forme, i tempi, i generi», racconta Desplechin. «Filmlovers è una lettera d’amore al cinema, ma anche un’indagine sul nostro sguardo. Cosa succede quando ci sediamo in sala, nel buio, davanti a uno schermo? Perché torniamo, sempre, nonostante tutto?» Nel momento in cui il cinema si reinventa, tra piattaforme digitali e nuove modalità di fruizione, Filmlovers ricorda la potenza insostituibile dell’esperienza condivisa. Desplechin non idealizza il passato, ma interroga il presente: il film diventa così un manifesto poetico e politico sulla resistenza delle sale, sulla loro capacità di creare comunità, emozione e immaginazione. Ogni sequenza è attraversata da un amore profondo per le immagini — quelle della memoria personale e quelle della storia del cinema. La macchina da presa scivola tra archivi, pellicole dimenticate e nuovi frammenti di vita, componendo un mosaico visivo che è insieme autobiografia e dichiarazione d’intenti.