La vita di Ibi, una donna nigeriana che documenta con una videocamera la propria esistenza a Castel Volturno dopo essere arrivata in Italia come migrante irregolare. Il film mette a confronto la cultura africana, vitale, resiliente e fortemente legata alla famiglia, con quella italiana, percepita come burocratica, esclusiva e spesso indifferente al vissuto degli immigrati. Attraverso le immagini intime e dirette girate da Ibi stessa, il film dà voce a chi normalmente resta invisibile. Segre costruisce un racconto autobiografico che sfida le narrazioni dominanti sull'immigrazione.