AL CINEMA
Film personale molto forte, girato in soggettiva dal regista, che si confronta con il fratello più giovane, tossico dipendente, durante un viaggio in treno verso Auschwitz, pretesto per raccontare le difficili relazioni fra i due, con l'obiettivo di ritrovare una relazione perduta. Il regista: «Mio fratello è un grande appassionato di storia, in particolare di seconda guerra mondiale. Da qualche anno parliamo poco, mai in profondità. La sua vita? Droga, comunità, carcere, film e libri. Un giorno non resisto più e gli dico: “Per il tuo trentesimo compleanno ti porto ad Auschwitz. Sarà un viaggio lento, in treno, per ricominciare a parlare… e filmo tutto”. In viaggio si ride, si urla e si piange, ma soprattutto si parla… e alla fine si arriva. Auschwitz diventa quindi la meta di un percorso a ritroso nel tempo, scandito da vecchie riprese di famiglia. Nel luogo dell’anti umanità riusciamo a toccare la nostra umanità più autentica e profonda».
«Tra poco fai 30 anni, per il tuo compleanno ti regalo un viaggio nel luogo in cui sei sempre voluto andare, Auschwitz. Un viaggio nella nostra memoria, per ricominciare a parlare».
Cercando di interpretare il pensiero del mio maestro Alberto Grifi, potrei dire che il film non conta in quanto opera finita, ma solo come processo di relazione umana messo in moto durate la sua realizzazione. In quest’ottica “Memorie” è un film terapeutico, personale. Scaturisce dal rapporto controverso e sofferto tra me e mio fratello e rappresenta una possibilità che mi sono dato per ritrovare un dialogo che manca da anni.
Il linguaggio del film è scarno e minimale, in fase di ripresa ho lavorato istintivamente senza curare le inquadrature, pensando semplicemente a confrontarmi con mio fratello. Questa attitudine ha preso ancora più corpo durante il montaggio dove, accostando semplicemente le inquadrature una all’altra separate da un “nero”, ho rifiutato qualsiasi artificio linguistico. Inoltre, le immagini d’archivio, montate all’interno del film in ordine cronologico decrescente, aprono delle finestre sul passato e ci accompagnano nel viaggio verso Auschwitz e dentro noi stessi