Visita guidata alla mostra Vette di Luce. Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie

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Accademia Carrara celebra la montagna e il paesaggio bergamasco con l’esposizione, curata da Filippo Maggia e M. Cristina Rodeschini e realizzata in collaborazione con CAI Bergamo, che mette in dialogo la pittura di paesaggio di tradizione ottocentesca con la fotografia di Naoki Ishikawa (Tokyo, 1977) insieme a due opere contemporanee: quella di Matteo Rubbi e la video-audio installazione dei MASBEDO.

Quella tra gli artisti e la montagna è una storia fatta di osservazioni dirette, di innamoramenti, appunti, disegni, scritti, taccuini, scoperte, studi e memorie e che ha trovato nell’Ottocento e nella pittura di paesaggio, così come nella fotografia dal Novecento a oggi, le sue massime espressioni.
Le Alpi Orobie sono state frequentate a più riprese dai pittori che ne hanno percorso i sentieri, raggiunto le cime, osservato gli aspetti naturali, con l’intenzione di documentarne la bellezza e di condividerla attraverso le loro realizzazioni. A partire dal 1884, con la nomina di Cesare Tallone alla Direzione della Scuola di Pittura dell’Accademia Carrara, un’aria di rinnovamento si diffonde tra le giovani generazioni di artisti. Il maestro Tallone spinge i suoi studenti a dipingere dal vero, organizzando anche delle uscite all’aria aperta; lo scenario delle Orobie – le vette, le cascate, i pascoli, i paesi, le persone – diventa uno dei soggetti prediletti della scuola pittorica bergamasca. Negli olii di alcuni tra i migliori allievi della Scuola di Pittura come Costantino Rosa (1803-1878), Andrea Marenzi (1823-1891) ed Ermenegildo Agazzi (1866-1945) sono descritte con minuzia le bellezze e le particolarità della Val Taleggio, la Valle Brembana, la Val Seriana, le Cascate del Serio e tutta la spettacolarità della cima Presolana.

 

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