Una produzione cinematografica in mezzo alla selva tropicale: si narra l'arrivo di Colombo in America e la sua sete d'oro, così come il suo conflitto con i religiosi che proteggono gli indigeni. Questi ultimi sono impersonati da attori locali, che a loro volta rivivranno, lontano dalle luci e dal trucco, una nuova invasione: quella dei politici e delle multinazionali che intendono privatizzare un bene basilare e indispensabile: l'acqua. Così, la realtà contagia la finzione e altera il ritmo delle riprese, mentre i parallelismi tra passato (coloniale) e presente (colonizzato) si fanno evidenti. Tutto si mischia, si confonde, si modifica in funzione di alcuni fatti che non figuravano nella sceneggiatura e che il dipartimento di produzione non può pianificare, e nemmeno immaginare. Mentre parte della troupe gira il making of, assistiamo a tre pellicole in una volta: quella della conquista dell'America che stanno ricostruendo, quella delle rivolte sociali che percorrono il paese dove la squadra tecnico-artistica è al lavoro, e il documentario che racconta le complicazioni, gli sforzi e le difficoltà di un progetto artistico fatalmente impregnato di realtà.