Svetla è una vedova che ha recentemente perso il lavoro come insegnante. Il villaggio in cui vive si trova sul confine tra Bulgaria e Turchia e spesso si vedono passare dei profughi. Un giorno, mentre è a caccia nella foresta, Svetla incontra un migrante africano: come cittadina rispettosa della legge, porta l’immigrato clandestino alla stazione di guardia della frontiera, ma le viene detto di pensarci da sola, dato che ci sono troppi profughi e nessun posto dove ospitarli. Così, Svetla decide di accogliere in casa l’uomo, ma si troverà costretta a mettersi contro tutte le persone con cui ha vissuto fino a quel momento, che pretendono che il rifugiato lasci immediatamente il villaggio.
«Nonostante il titolo, Strah non è un film dell’orrore. È un film sulle paure che portiamo tutti nel profondo di noi stessi. Nel film ci sono violenza, tristezza e paura, ma anche un vibrante umorismo, ironia e in molti momenti sarcasmo, che trasforma il dramma in una commedia dell’assurdo. Questo è un film sull’amore che fa male, ma che va oltre la paura, con un finale inaspettato». (Ivaylo Hristov)