1956, Roberto Rossellini ha 50 anni e sta attraversando una profonda crisi, sentimentale e artistica. I grandi successi come Roma Città Aperta e Paisà sono ormai un ricordo lontano. I guai con i critici, i produttori e la seconda moglie, la star di Hollywood Ingrid Bergman, lo hanno messo con le spalle al muro. Stromboli, Europa 51 e Viaggio in Italia, i film della coppia Rossellini-Bergman, sono un insuccesso di critica e pubblico. La loro crisi diventa l’oggetto preferito della cronaca scandalistica, che li attacca con ferocia. Ingrid accetta l’invito di tornare a lavorare a Hollywood, sente che la sua vita artistica non può essere legata solo a Roberto e le proposte che arrivano dall’America risolvono anche le sue preoccupazioni economiche. Roberto minaccia di schiantarsi con la sua Ferrari. “I problemi della nostra vita artistica e i debiti crescenti mi preoccupavano a dismisura. Roberto si era intestardito a volermi come interprete dei suoi film. In realtà io non lo ispiravo più e ormai l’avevamo capito entrambi, anche se nessuno osava affrontare l’argomento. I silenzi si facevano sempre più frequenti. Roberto non era felice” (I. Bergman). Nel pieno della crisi, Rossellini incontra il Primo Ministro indiano Nehru, gli propone di documentare i progressi dell’India, giovane nazione indipendente. Eccitato dall’idea ma al tempo stesso preoccupato da ciò che lo aspetta, fa testamento, mette nel bagaglio cento chili di spaghetti e l’8 dicembre del 1956 si imbarca per Bombay. “I produttori non vogliono più farmi lavorare, il mio discorso non li interessa più. Ho accettato l’offerta che l’India mi ha fatto. Alla vigilia della mia partenza non riuscivo a dormire. L’ansia, l’eccitamento, l’angoscia, l’avventura che avrei tentato mi davano questa insonnia. Sarei ritornato? Avrei mai rivisto i miei luoghi?”(R. Rossellini).