C’è stato un momento nella recente teoria culturale, coincidente con il postmoderno, in cui la nozione di canone è stata ferocemente attaccata quale simbolo di egemonia (occidentale, bianca, maschile), di ideologia dominante, di autoritarismo. Anche nell’ambito del cinema l’idea di canone è stata quindi sottoposta a significative revisioni. Oggi, tuttavia, depurata dei suoi attributi “colonialisti” e in quanto strumento di selezione, orientamento e gerarchizzazione, essa sembra poter – e forse dover – riemergere come una necessità culturale.