Su un'isola della Polinesia francese una scrittrice torna nel suo paese dopo aver trionfato in Francia con un romanzo. Tuttavia, è disorientata e in crisi creativa. Di fronte all'impossibilità di scrivere nuovi lavori, decide di accettare un lavoro di traduzione simultanea insieme ad un ambasciatore. Tra loro inizia una strana attrazione amorosa, piena di contrasti. A poco a poco si rende conto del cinismo della politica internazionale, con una minaccia latente di nuovi test nucleari da parte del governo francese. La sua storia d'amore con l'ambasciatore sarà influenzata da quel conflitto, e l'interesse e il romanticismo si mescoleranno in modo confuso e avvincente.
Incarnato alla perfezione da Benoit Magimel monumentale, interprete di un altro funzionario francese di Tahiti, in Polinesia, Pacifiction è un film contagioso fatto di esotismo, mistero e minaccia. E ancora di una sensualità pigra e debosciata, di machiavellismi bizantini, di una paranoia implacabile come le onde o la marea del Pacifico. L'atmosfera è fané, l'apocalisse incombente, e tutto è lento, dilatato, imploso dentro inquadrature che restituiscono al tempo stesso tutta la bellezza polineasiana alla Gauguin. Tristi tropici, quelli di Serra.