Le vicende di Khaled, un rifugiato siriano che arriva in Finlandia in cerca di asilo, e di Wikström, un ex rappresentante di camicie che decide di aprire un ristorante. Il film mette a confronto la cultura mediorientale, segnata dalla guerra e dal bisogno di accoglienza, con quella nordica, sobria e apparentemente imperturbabile, ma capace di gesti profondi di solidarietà. Con il suo stile minimale e ironico, Kaurismäki racconta un’umanità disillusa ma ancora aperta alla speranza. La narrazione riflette sulla burocrazia, sull’integrazione e sulla dignità umana.
Al termine del film, incontro a cura di Adriano D’Aloia, in dialogo con Paola Scevi, docente di Diritto delle migrazioni.
In collaborazione con il Dottorato di ricerca in Landscape Studies for Global and Local Challenges e con i Dipartimenti di Lettere, Comunicazione, Filosofia e di Scienze Umane e Sociali dell'Università degli Studi di Bergamo, in collaborazione con l'Assessorato all'intercultura e i consiglieri delegati all'intercultura del Comune di Bergamo.