Alfonso è un vecchio contadino che, dopo diciassette anni, torna dalla sua famiglia per accudire il figlio Gerardo, ora gravemente malato. AI suo ritorno, ritrova la donna che era un tempo la sua sposa, ma il paesaggio che lo aspetta sembra uno scenario apocalittico: vaste piantagioni di canna da zucchero circondano la casa e un'incessante pioggia di cenere, provocata dai continui incendi per lo sfruttamento delle piantagioni, si abbatte su di loro. Dopo aver abbandonato la sua famiglia per tanti anni, Alfonso ora cercherà di salvarla. César Acevedo indaga con occhi (im)pietosi e lucidi il presente e il recente passato del suo paese. Un cinema vivo, fisico e immerso, capace di tradurre il senso di un profondo disagio collettivo in espressioni di rinascita.