Il film ci porta sulla Cordigliera della Costa, tra le vette rocciose e le pareti di pietra stratificate, immerse nel verde del paesaggio di quella che il regista ha definito "la grande spina dorsale rivelatrice della storia passata e recente del Cile". La natura di questi luoghi si accompagna ai racconti del governo di Pinochet da parte dei cittadini cileni, che mettono in luce lo sconforto provato, l'amarezza e la frustrazione che ha pervaso il Cile in quel periodo. Queste testimonianze, narrate tra le montagne, diventano una voce di monito, che avverte i giovani di non ripetere gli errori del passato. Parole del regista Patricio Guzmán: «Il film continua ad occuparsi del conflitto tra uomo, cosmo e natura. Ma queste montagne immense, che sono il cuore del progetto, sono diventate per me metafora dell'immutabile, di ciò che abbiamo lasciato e di ciò che continua a vivere con noi quando pensiamo che sia tutto perduto. Immergermi nella Cordigliera mi consente di nuotare nei miei ricordi. Quando scruto le ripide vette o mi tuffo nelle profonde valli, inizio un viaggio introspettivo che rivela parzialmente i segreti della mia anima cilena».