La vita di Ibi, una donna nigeriana che documenta con una videocamera la propria esistenza a Castel Volturno dopo essere arrivata in Italia come migrante irregolare. Il film mette a confronto la cultura africana, vitale, resiliente e fortemente legata alla famiglia, con quella italiana, percepita come burocratica, esclusiva e spesso indifferente al vissuto degli immigrati. Attraverso le immagini intime e dirette girate da Ibi stessa, il film dà voce a chi normalmente resta invisibile. Segre costruisce un racconto autobiografico che sfida le narrazioni dominanti sull'immigrazione.
Al termine del film, incontro a cura di Stefania Consonni, in dialogo con il regista Andrea Segre, presente in sala.
In collaborazione con il Dottorato di ricerca in Landscape Studies for Global and Local Challenges e con i Dipartimenti di Lettere, Comunicazione, Filosofia e di Scienze Umane e Sociali dell'Università degli Studi di Bergamo, in collaborazione con l'Assessorato all'intercultura e i consiglieri delegati all'intercultura del Comune di Bergamo.