Ombline Ley ci presenta Zum, originario della Martinica, che accetta di condividere momenti della sua vita parigina. Zum conversa con la madre e il fratello attraverso skype, si abbiglia con cura per incontrare gli amici e scivola con loro nei sotterranei di Parigi. Le lampade ad acetilene illuminano luoghi inquietanti, gli “speleo-punk” si aggirano senza meta nelle infinite gallerie, fra musica e festini improvvisati. Una realtà parallela, inimmaginabile e incomprensibile per i più, un viaggio senza obiettivi, se non una ricerca di una qualche forma di condivisione e libertà. Il film è stato presentato al festival Visions du Réel.
Ombline Ley vive e lavora a Parigi. Dopo una specializzazione in montaggio, ha studiato cinema. Nel 2014 si è diplomata in fotografia e video. Nei suoi film c’è sempre l’esplorazione. Se parla di ambienti paralleli, le interessa meno la marginalità che la tattica escogitata dall’individuo per uscire dal mondo.