Da lunedì 4 dicembre è in sala Cento anni, di Davide Ferrario.
Un racconto in quattro capitoli che narra altrettanti periodi cruciali della storia italiana, dalla disfatta di Caporetto del 1917, di cui quest'anno ricorre il centenario, proseguendo poi con altre “Caporetto". Una storia di sconfitte e occasioni di riscossa: la Resistenza e il post-fascismo, la strage di Piazza della Loggia e l’attuale crisi demografica.
Basato su un soggetto di Giorgio Mastrorocco, il film è prodotto da Rossofuoco e RAI Cinema. Tra i molti artisti coinvolti il musicista e scrittore Massimo Zamboni, ex CCCP e CSI; gli attori Marco Paolini e Diana Hobel; il poeta e attivista Franco Arminio; il violoncellista Mario Brunello.
SINOSSI
La storia italiana e le sue Caporetto, per chiedersi a cosa servono i morti e scoprire a cosa servono i vivi. Primo capitolo: dopo cento anni, la disfatta del 1917. I vissuti, raccontati attraverso le voci recitate di profughi, orfani e prigionieri, e i luoghi, dalla Risiera di San Sabba al Vajont. Secondo capitolo: la Resistenza. La storia famigliare del chitarrista Massimo Zamboni, un nonno fascista ucciso da due partigiani, l'uno poi ucciso dall'altro. Le speranze diverse e i conflitti tra chi è rimasto. Terzo capitolo: la strage di Piazza della Loggia a Brescia: "I morti servono a capire le ragioni per cui sono morti", dice Manlio Milani, presidente dell’Associazione Familiari Vittime della Strage. Quarto capitolo: la Caporetto demografica di oggi, lo spopolamento del Sud. Con il poeta e attivista Franco Arminio attraverso le campagne di Irpinia e Basilicata.
NOTE DI REGIA
Cent’anni fa, Caporetto. Nasce il paradigma tutto italiano della catastrofe che porta al riscatto. Quante ne abbiamo viste, da allora, in tutti i campi: militare, civile, economico, sportivo, politico. Come popolo, abbiamo bisogno della sconfitta: “La tragedia necessaria” titola Mario Isnenghi un suo libro di studi storici. Ecco allora quattro Caporetto della nostra storia: quella originale, il fascismo e la guerra civile che ne consegue, la strage di Piazza della Loggia a Brescia e la Caporetto contemporenea - quella demografica. Ciascuna narrata con uno stile radicalmente diverso, perché il “documentario" non può essere solo il suo contenuto, ma deve essere anche una riflessione sul cinema e sui modi della messa in scena. Dopo Piazza Garibaldi e La zuppa del demonio, l’ultima puntata della mia trilogia sulla storia italiana.
Davide Ferrario
SCHEDA
Paese: Italia
Anno: 2017
Durata: 85'
Genere: Documentario
Sceneggiatura: Davide Ferrario, Giorgio Mastrorocco
Fotografia: Andrea Zambelli, Andrea Zanoli
Montaggio: Cristina Sardo
Musiche: Fabio Barovero, Massimo Zamboni
Produzione: Rossofuoco con Rai Cinema
FESTIVAL
35° Torino Film Festival - Anteprima mondiale
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RECENSIONI
"Cento anni è un inno alla memoria, all’importanza del ricordo tramandato attraverso il racconto orale, delineandolo attraverso le sconfitte, che si ricordano spesso più delle vittorie, e più di quest’ultime incidono sulle generazioni future." - comingsoon.it
"'A cosa servono i morti?' ne è il mantra didascalicamente esistenziale, ma 'Chi è stato il vero patriota, chi è scappato o chi è rimasto?' è l’interrogativo cocente che chiamandoci in causa sgattaiola fuori da questo Cento Anni, documentario affascinante di Davide Ferrario [...] Vero e proprio grido di partecipazione." - Il fatto quotidiano
"È interessante come il documentario sviluppi una ricerca stilistica complementare come a voler affermare la ricchezza di sguardi, le possibilità del racconto, la soggettività di un ricordo che inevitabilmente si fa Storia." - Sentieri Selvaggi