Esce nelle sale l'interessante film documentario che Sergei Loznitsa ha girato al campo di concentramento di Sachsenhausen, in Germania.
Il film è un prezioso racconto sul turismo di massa all'interno dei lager nazisti. Una riflessione e una testimonianza allo stesso tempo, attualissimo, che aiuta a chiedersi qual è il senso del visitare i luoghi dello sterminio.
VERSIONE ORIGINALE CON SOTTOTITOLI
SINOSSI
Ci sono luoghi in Europa che sono rimasti come ricordi dolorosi del passato, fabbriche dove gli esseri umani erano trasformati in cenere. Questi luoghi sono ora luoghi della Memoria, aperti al pubblico sono visitati da migliaia di turisti ogni anno. Il titolo del film si riferisce al romanzo omonimo scritto da W.G. Sebald, dedicato alla memoria della Shoah. Questo film è una osservazione dei visitatori di un sito per il ricordo, nato negli spazi di un ex campo di concentramento. Perché le persone ci vanno? Che cosa stanno cercando?
NOTE DI REGIA
L’idea di fare questo film mi è venuta perché visitando questi luoghi ho sentito subito una sensazione sgradevole nel mio essere lì. Sentivo come se la mia stessa presenza fosse eticamente discutibile e avrei voluto davvero capire, attraverso il volto delle persone, degli altri visitatori, come ciò che guardavano si riflettesse sul loro stato d’animo. Ma non nascondo di esserne rimasto, alla fine, abbastanza perplesso.
Sergei Loznitsa
SCHEDA DEL FILM
Scritto e diretto da: Sergei Loznitsa
Fotografia: Sergei Loznitsa, Jesse Mazuch
Montaggio: Danielius Kokanauskis
Suono: Vladimir Golovnitski
Mix: Ivo Heger
Organizzazione: Kirill Krasovskiy
Produzione esecutiva: Sergei Loznitsa
Produzione: Imperativ Film (Germania)
Con il supporto di
Die Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien
Filmförderungsanstalt / German Federal Film Board
Medienboard Berlin-Brandenburg
Durata: 93 minuti. Bianco e nero. Germania, 2016
Distribuzione italiana: Lab 80 film
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RECENSIONI
"Loznitsa ci ricorda quanto il nostro rapportarci alla Storia, il modo in cui assimiliamo, “capiamo”, sia ormai viziato e massivamente distante da qualsiasi tentativo di riflessione. E, per farlo, lascia parlare le inquadrature fisse, che rimangono libere nello spazio incidentalmente occupato dall'”uomo”. Un film importantissimo, tra i più lucidi e al tempo stesso devastanti sulla tragedia della Shoah." - Cinematografo.it
"implacabile, modernissimo nella descrizione del presente senza Storia" - Sentieri selvaggi
"Ciò su cui il film intende ragionare è il senso della testimonianza e della memoria dell’orrore, nel momento in cui la possibilità di raccontarlo, questo orrore, diviene un problema morale." - Cineforum.it