È Juan Martín Guevara, fratello di Ernesto "Che" Guevara, l'ospite d'onore dell'ottava edizione di Al cuore dei conflitti, la rassegna di Lab 80 film e FIC-Federazione Italiana Cineforum dedicata a storie che arrivano da diverse parti del mondo e che, con film inediti e incontri con i protagonisti, racconta ingiustizie, ribellioni e umanità.
La rassegna si svolge a Bergamo e a Brescia dal 25 aprile al 9 maggio. A Bergamo buona parte delle proiezioni, all'Auditorium di piazza Libertà, con sei film e un incontro con Juan Martín Guevara, in programma per giovedì 27 aprile alle 20,30. A Brescia due serate al Cinema Nuovo Eden: venerdì 28 aprile, alle 21, incontro con Juan Martin Guevara e un film, seconda proiezione venerdì 5 maggio.
Juan Martín è il minore dei fratelli Guevara e alla fine degli anni ’50, quando il “Che” entrava trionfante a La Habana a Cuba, aveva 15 anni. In Argentina, sotto la dittatura militare, è stato prigioniero politico per quasi dieci anni. Da allora il suo progetto più importante è lo studio del pensiero del "Che" e la ri-attualizzazione della sua figura. Ha scritto il libro Mon frère, le Che con la giornalista francese Armelle Vincent, ora editato in diversi Paesi. «Molte delle cose per cui il Che ha combattuto non sono state ancora realizzate - ha detto Juan Martín -, è per questo che i giovani continuano ad adottarlo: sentono forte e urgente il suo esempio, il suo insegnamento teorico e di vita». Durante gli incontri, giovedì 27 aprile a Bergamo e venerdì 28 a Brescia, proporrà il film Che, un hombre nuevo di Tristán Bauer.
Le proiezioni previste a Bergamo cominciano mercoledì 26, alle 21, con una storia dall'Argentina: viene proiettato La larga noche de Francisco Sanctis di Francisco Márquez e Andrea Testa, del 2016, ambientato sotto la dittatura. Protagonista il tranquillo Francisco, che nell'arco di una notte dovrà decidere se continuare a condurre la sua vita appartata o trasformarsi in militante salvando due persone destinate a entrare nelle liste dei "desaparecidos".
Venerdì 28 protagonista è il grandissimo fotografo ceco Josef Koudelka, celebre per le immagini scattate ai carri armati russi durante la Primavera di Praga e poi per il suo lavoro nell'agenzia Magnum. In Koudelka fotografa la Terra Santa, del 2015, l'israeliano Gilad Baram racconta i suoi reportage in Palestina, realizzati nell'arco di cinque anni.
Sabato 29 Death in Sarajevo di Danis Tanović, già regista di No Man's Land. Con questa produzione del 2016 il regista bosniaco ambienta il racconto a Sarajevo, nell'hotel scelto per le celebrazioni dei 100 anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale. Inevitabilmente si sollevano vecchie controversie e tornano visibili le "scorie" della guerra.
Martedì 9 maggio si chiude con Les Cowboys del francese Thomas Bidegain, che fa parte del programma di Fare la Pace - Bergamo Festival 2017: gli spettatori seguono il lungo viaggio che il personaggio protagonista Damiens, con il figlio Oldfield, compie da Lione al Pakistan in cerca della giovane figlia, scomparsa dopo essersi legata ad un musulmano fondamentalista. Passaggio alla regia dello sceneggiatore di Un sapore di ruggine e ossa e Il profeta.
L'apertura di Al cuore dei conflitti 2017 è invece dedicata alla ricorrenza del 25 aprile: per quella data torna sul grande schermo un film indimenticabile: Era notte a Roma, di Roberto Rossellini, del 1960.
A Brescia la seconda proiezione è per venerdì 5 maggio, alle 21 al Cinema Nuovo Eden dove si svolge anche l'incontro con Guevara il 28 aprile: in programma Death in Sarajevo di Tanović.
Le proiezioni di Bergamo sono sempre alle 21 all'Auditorium di Piazza Libertà; l'incontro con Juan Martín Guevara è invece alle 20,30. Martedì 25 aprile e martedì 9 maggio l'ingresso è gratuito; per le altre serate il costo del biglietto è di 6 euro, 5 ridotto e 4 per i soci Lab 80.
L'ingresso al Cinema Nuovo Eden di Brescia è sempre alle 21, prezzo intero 5 euro, ridotto 4.
Al cuore dei conflitti è organizzato in collaborazione con Bergamo Festival Fare la Pace 2017, Bergamo Film Meeting Onlus, Laboratorio 80, Comune di Bergamo, Comitato Bergamasco Antifascista.
PROGRAMMA
Martedì 25 aprile, ore 21 - Auditorium di Piazza della Libertà, Bergamo / Ingresso libero
Era notte a Roma
di Roberto Rossellini (Italia, 1960, 120’). Con: Paolo Stoppa, Enrico Maria Salerno, Leo Genn, Laura Betti, Sergio Fantoni
Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo tra l’8 settembre 1943 e il giugno 1944, quando finalmente Roma venne liberata dall’esercito Alleato dall’occupazione nazifascista, racconta una storia molto significativa della drammatica lotta di Resistenza partigiana contro l’oppressione nemica. un soldato americano, uno inglese e uno russo riescono a evadere da un campo di concentramento. Una donna, che vive di borsa nera, li ospita nella soffitta di casa sua, ma i tre, non riuscendo a rimanere inattivi, si mettono in contatto con i partigiani. I loro movimenti non passano però inosservati e la donna, tradita da una spia, sarà arrestata.
In concorso al 13° Festival di Cannes (1960).
In collaborazione con Comune di Bergamo, Comitato Bergamasco Antifascista
Mercoledì 26 aprile, ore 21 - Auditorium di Piazza della Libertà, Bergamo
La larga noche de Francisco Sanctis di Francisco Márquez e Andrea Testa (Argentina, 2016, 78’). Con: Diego Velázquez, Laura Paredes, Marcelo Subiotto, Rafael Federman, Valeria Lois
Buenos Aires, 1977. La dittatura militare governa il paese, ma nonostante il clima di terrore l'impiegato 40enne Francisco Sanctis conduce una vita tranquilla con sua moglie e i loro due bambini piccoli. L'unica preoccupazione di Francisco è il desiderio di una promozione sul lavoro fino a quando, un pomeriggio, riceve una chiamata imprevista. A chiamarlo è Elena, una ex compagna di università con cui non si vede da vent'anni e che ha bisogno urgentemente della sua firma per l'autorizzazione a pubblicare una poesia rivoluzionaria, scritta anni prima per un bollettino scolastico. Quando i due si incontrano con discrezione nella sua auto, Elena confessa che la poesia in realtà è una scusa e gli consegna invece un indirizzo e due nomi di persone che stanno per essere prelevate dai militari. La missione di Francisco è quella di avvisare i due possibili prossimi "desaparecidos", ma sta a lui decidere. Ha inizio così la lunga notte di Francisco Sanctis, chiamato a salvare la vita di due persone che non conosce mettendo a rischio la propria...
In concorso al 69° Festival di Cannes (2016) - Un Certain Regard.
Giovedì 27 aprile, ore 20,30 - Auditorium di Piazza della Libertà, Bergamo
Incontro con Juan Martin Guevara
Saranno presenti: Sergio Marinoni (presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, Giuliano Zanchi (Bergamo Festival Fare la Pace 2017) e Chiara Boffelli (Al cuore dei conflitti)
Juan Martín Guevara, classe 1943, è il minore dei cinque fratelli Guevara, e alla fine degli anni ’50, quando Ernesto “Che” Guevara entrava trionfante a La Habana, lui aveva 15 anni.
Fu il prigioniero politico n°449, per otto anni e tre mesi durante la dittatura argentina, poiché militava nel PRT (Partido Revolucionario de los Trabajadores).
Da allora il suo progetto più importante è lo studio del pensiero, l’approfondimento e l’attualizzazione della figura del “Che”, assassinato a La Higuera in Bolivia, il 9 ottobre 1967.
Juan Martin è autore del libro “Mon frère, le Che”, realizzato con la giornalista Armelle Vincent (Calmann-Lévy)
«Il giorno in cui mio fratello venne assassinato, pensai tre cose contemporaneamente. Primo: ho perso il mio punto di riferimento politico. Secondo: non c’è più mio fratello. Terzo: finisce oggi il sogno di una rivoluzione in America Latina».
«Molte delle cose per cui il Che ha combattuto non sono state ancora realizzate, è per questo che i giovani continuano ad adottarlo: sentono forte e urgente il suo esempio, il suo insegnamento teorico e di vita».
(Fonte: L’Espresso, 11 maggio 2015)
In collaborazione con Bergamo Festival Fare la Pace 2017
A seguire proiezione del film:
Che, un hombre nuevo (Che, un uomo nuovo, Cuba, Argentina, Spagna 2010, 124') di Tristán Bauer
Ernesto Guevara, il “Che”, è morto all'età di 39 anni ed è subito diventato un'icona – a tratti misteriosa – del nostro tempo. La sua immagine, la sua opera e il suo pensiero hanno una forza travolgente ancora oggi.
Attraverso questo film, la cui preparazione è durata più di 10 anni, si cerca di approfondire alcuni temi chiave: la sua intimità, la sua formazione continua, la sua coerenza, gli studi e le riflessioni filosofiche al servizio di un’azione tesa alla costruzione di un nuovo mondo, attraverso una visione sempre straordinariamente poetica.
Miglior documentario al World Film Festival Montréal 2010
Venerdì 28 aprile, ore 21 - Auditorium di Piazza della Libertà, Bergamo
Koudelka Shooting Holy Land (Koudelka fotografa la Terra Santa, Germania, Repubblica Ceca, 2015, 72’) di Gilad Baram
Per cinque anni, nel corso di diverse visite protratte dal 2008 al 2012, il giovane fotografo e regista israeliano Gilad Baram ha accompagnato il celebre fotografo dell’agenzia Magnum Josef Koudelka nel suo lungo viaggio in Terra Santa, fornendo assistenza, supporto logistico e traduzioni, dalle 7 del mattino fino alla scomparsa della luce. L'esperienza sembra avergli segnato la vita in molti modi, non solo professionalmente, fornendogli l'occasione di realizzare il documentario che affianca le fotografie in bianco e nero scattate da Koudelka, ai filmati che riprendono il processo creativo e solitario di uno dei più grandi maestri viventi della fotografia, a Gerusalemme est, Hebron, Ramallah, Betlemme e in vari insediamenti israeliani dislocati lungo il percorso della barriera che separa Israele e Palestina.
Venerdì 28, ore 21 - Cinema Nuovo Eden, Brescia
Incontro con Juan Martin Guevara
A seguire proiezione del film:
Che, un hombre nuevo (Che, un uomo nuovo, Cuba, Argentina, Spagna 2010, 124') di Tristán Bauer
Sabato 29 aprile, ore 21 - Auditorium di Piazza della Libertà, Bergamo
Death in Sarajevo di Danis Tanović (Smrt u Sarajevu, Bosnia e Erzegovina / Francia, 2016, 85’). Con: Jacques Weber, Izudin Bajrović, Snežana Vidović, Vedrana Seksan, Muhamed Hadžović, Faketa Salihbegović-Avdagić
Sono passati cento anni da quando l’arciduca Francesco Ferdinando fu assassinato a Sarajevo, creando il pretesto per la prima guerra mondiale. Un secolo dopo, i diplomatici d’Europa si ritrovano nella stessa città per celebrare la pace e il dialogo tra le nazioni. Ma i dipendenti dell’hotel scelto per il summit sono da tempo indignati per le condizioni salariali. E lo sciopero indetto per il giorno della cerimonia, insieme ai problemi della società contemporanea e alle scorie del conflitto nell’ex Jugoslavia, solleva questioni legate a un passato controverso e tuttora discusso.
In concorso alla Berlinale (2016), Orso d'argento, Gran premio della giuria
Venerdì 5 maggio, ore 21 - Cinema Nuovo Eden, Brescia
Death in Sarajevo di Danis Tanović (Smrt u Sarajevu, Bosnia e Erzegovina / Francia, 2016, 85’). Con: Jacques Weber, Izudin Bajrović, Snežana Vidović, Vedrana Seksan, Muhamed Hadžović, Faketa Salihbegović-Avdagić
Martedì 9 maggio, ore 21 - Auditorium di Piazza della Libertà, Bergamo / Ingresso libero
Les Cowboys di Thomas Bidegain (Francia/Belgio, 2015, 114’). Con: François Damiens, Finnegan Oldfield, Agathe Dronne, John C. Reilly
Un padre (Damiens) si unisce al figlio (Oldfield) per la ricerca della figlia, scomparsa dopo aver iniziato a uscire con un giovane uomo musulmano fondamentalista. La coppia inizia un viaggio per trovare la ragazza a tutti i costi, da Lyon al Pakistan dove chiedono l'aiuto di un cacciatore di teste americano (Reilly).
Il passaggio dietro la macchina da presa dell’apprezzato sceneggiatore (Il profeta, Un sapore di ruggine e ossa, Dheepan, Saint Laurent, fra gli altri) e il soggetto del film, particolarmente insolito nel giovane cinema francese, scatena l’immaginazione. Ed è in un viaggio lungo, dal punto di vista sia temporale (dal 1994 al 2005) che geografico (dall'Est della Francia fino in Pakistan, passando per Anversa), che l’intreccio (firmato dal regista con Noé Debré) porta lo spettatore, legando un’indagine non convenzionale sul terrorismo (condotta non da professionisti, bensì dai membri di una normale famiglia francese) al ritratto psicologico di un padre e un fratello disperati dinanzi a un’inspiegabile e sfuggente assenza. (Fonte: Cineuropa.org)
In concorso al 68° Festival di Cannes (2015) - Quinzaine des réalisateurs
In collaborazione con Fare la Pace - Bergamo Festival 2017