Primavera del 1944. Primo Arcovazzi, ambizioso volontario della milizia fascista, viene incaricato di catturare e portare a Roma il professor Bonafé, noto filosofo antifascista, con la promessa che sarà promosso al grado di federale. Recatosi in Abruzzo nel paese natale del professore, Arcovazzi non ha difficoltà ad arrestare Bonafé: sarà però il viaggio di ritorno a nascondere numerose insidie. Uno dei più grandi successi della carriera di Salce, dominato da uno strepitoso Tognazzi, fascista sarcastico e ridicolo, e illuminato dalla presenza della Sandrelli, qui al secondo ruolo.
«Il film di Salce va segnalato (...) per l'abilità con cui sa propinare al pubblico il suo veleno, distillandolo goccia a goccia nella facilità delle sue scenette e delle sue figurine, facendo leva sugli stimoli più sgradevoli e deteriori dell'antico e sempre giovane qualunquismo nazionale». (Adelio Ferrero, Cinema Nuovo 155, gennaio/febbraio 1962)