Franco Piavoli è uno dei più importanti registi indipendenti della storia del cinema italiano, autore capace di costruire una propria peculiare e unica grammatica cinematografica. Nato nel 1933, vive da sempre a Pozzolengo, un piccolo paese sul lago di Garda, dove ha pensato, scritto ed in gran parte girato i suoi lavori. Siamo andati a trovarlo nella sua abitazione con due soli rulli in super 8mm e gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo prossimo film. Il risultato è il racconto di un perduto paradiso che si confonde tra Adamo ed Eva, il ricordo di una passeggiata e un infinito desiderio d'amore.
Da molto tempo frequentiamo assiduamente Franco Piavoli. Nel corso delle nostre domeniche a passeggio sul Mincio, nei pressi delle colline moreniche, in qualche ristorante della zona oppure nella sua abitazione, abbiamo a lungo parlato di tutte le cose che normalmente si dibattono tra amici. Abbiamo parlato dei film passati, di quelli in corso e soprattutto ultimamente dei film che non siamo mai riusciti a realizzare. Perduto paradiso in due rulli nasce così: un racconto che Franco ci ha donato in un pomeriggio estivo, un film che sta lentamente realizzando e che come tutti i lavori in fieri presenta fragilità e dubbi sulla loro possibile realizzazione. Abbiamo a lungo ripensato a quel racconto, e finalmente, in uno dei nostri abituali incontri, ci siamo portati appresso una vecchia cinepresa, 2 rulli di super 8 e un registratore audio. Gli abbiamo chiesto di sedersi in un prato, all'ombra di un albero, e di provare a raccontare quel che si sentiva del proprio perduto paradiso. Il risultato è un racconto intramezzato dal nero del cambio di bobina e un flusso che ha continuato anche dopo la fine della registrazione analogica. Un racconto che dismette i panni della semplice storia e diventa improvvisamente altro, una fabula in prima persona che oscilla costantemente tra un paradiso immaginato ed i ricordi più struggenti di una perduta giovinezza.