Un signore di mezza età osserva una serie di immagini enciclopediche della creazione del cosmo, nelle quali l’essere umano è assente, se non per alcune sue opere e rovine. Addormentatosi cullato da una reclame, precipiterà in un incubo di cacciatori artici intenti ad uccidere orsi polari. Nel mentre, due brani di musica contemporanea del maestro Agazzi ed un testo riferito ad un episodio suicida realmente accaduto nella fanciullezza del regista, ci invitano a “scrivere una volta, cancellare due volte.
“Sì” principia una serie di cinque film legati al concetto di assenza. Tre differenti e autonomi linguaggi, completamente non dipendenti l'uno dall'altro, musica, le due ultime e testamentarie composizioni del maestro Dario Agazzi, "Congedo" e "Commiato", le vetuste immagini provenienti dall'Archivio Prelinger, e la parola, un testo inedito legato a un mio lontano ricordo di fanciullezza, trovano all'interno del mezzo cinematografico una nuova percezione, restituendo un affresco struggente e malinconico sull'esistenza, rievocando un libro di Thomas Bernhard ("Ja"). In un lento crescendo, i tre linguaggi si sovrappongono e si intrecciano in modo sempre più stringente, asportando chirurgicamente ogni residuo di speranza e di riscatto.