Nel 1965 Elio ha diciotto anni e frequenta il collegio San Carlo di Torino, è stato allontanato da casa per volere del padre a causa del suo carattere indisciplinato. Durante l’anno riceve alcune lettere dai genitori, dall’amico Nino e dall’amante Raffaella; in quelle pagine è tratteggiata la storia di un giovane inquieto e sedizioso, alle prese con gli ultimi turbamenti adolescenziali e le prime responsabilità dell’età adulta. Caro Mostro è un collage fatto di sovrapposizioni di parole, immagini, suoni e rumori che rievocano un lontano passato, riportato alla luce da un macabro ritrovamento.
“Caro Mostro” è una raccolta di documenti autentici, ma con pochissimi riferimenti storico biografici dei personaggi coinvolti. Gli unici elementi utili a delineare i profili psicologici dei mittenti sono le voci e le calligrafie. I testi sono letti e interpretati da attori, le cui voci fuori campo sono inserite in ambienti sonori ipoteticamente presenti al momento della stesura delle lettere. Il film si svolge visivamente con una lenta sovrapposizione di immagini simboliche ed evocative dell’universo interiore del giovane Elio. Mediante l’uso della dissolvenza, le pagine delle lettere si intersecano con le fotografie, i ritagli di riviste e alcuni filmati amatoriali dell’epoca. Il risultato è una stratificazione di superfici consumate e colori sbiaditi dal tempo. “Caro Mostro” è un viaggio a ritroso nella memoria, alla ricerca degli affetti perduti.