Esce per il Giorno della Memoria "La testimonianza" di Amichai Greenberg. Storia di un uomo solo in cerca della verità, contro negazionismo e silenzio. Nelle sale italiane dal 25 gennaio 2018

In occasione del Giorno della Memoria (27 gennaio)

Un uomo solo contro negazionismo, speculazione e silenzio

Alla ricerca della verità su un episodio dimenticato della Shoah

 

Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2017 - Sez. Orizzonti
Haifa International Film Festival 2017 - Best Israeli Film Competition
Tertio Millennio Film Fest Roma 2017 - Menzione Speciale

 

Esce nelle sale italiane giovedì 25 gennaio 2018, in occasione del Giorno della Memoria del 27 gennaio, il film La testimonianza, del regista israeliano Amichai Greenberg (titolo originale The Testament).

Lungometraggio di finzione, selezionato nella Sezione Orizzonti dell'ultimo Festival di Venezia e distribuito in Italia da Lab 80 film, La testimonianza è il racconto della strenua ricerca della verità da parte di un famigliare di sopravvissuti alla Shoah. Yoel, studioso e ricercatore, vive in Austria. Deciso a bloccare una importante speculazione edilizia per dimostrare l'esistenza di una strage di ebrei dimenticata, finisce per diventare protagonista di un vero e proprio thriller.

Da un lato la battaglia legale contro un'importante famiglia di industriali, dall'altro i segreti sulla propria famiglia che Yoel inaspettatamente scopre facendo ricerche sui sopravvissuti, il silenzio sembra impossibile da spezzare ma non per un uomo incrollabilmente dedito alla ricerca della verità.

 

Ha detto il regista Amichai Greenberg: «Sono stato cresciuto con la consapevolezza che essere un ebreo osservante, nonché il figlio e nipote di sopravvissuti alla Shoah, rappresentasse le radici della mia esistenza, la vera essenza della mia identità: qualcosa di più grande di me e della vita stessa. Da bambino ero incantato dalle storie dei miei nonni sulla Shoah. Sono cresciuto tra storie eroiche, incredibili, in cui la vita e la morte erano separate da una linea sottile. Per me erano le migliori storie d’avventura che ci fossero. Ma la mia vita di tutti i giorni contrastava con questo dramma. Figlio di sopravvissuti della Shoah, sono cresciuto in una famiglia priva di emozioni, dove sentivo che mancava sempre qualcosa. Qualcosa di sfuggente, che rimaneva innominato. Questo enorme abisso mi ha lasciato senza parole. Il copione del film rappresenta il mio sforzo per penetrare attraverso i muri trasparenti del silenzio».