In sala "Abacuc" di Luca Ferri. Un superstite ossessivo metafora del cinema d'oggi. Dal 2 novembre

Esce nelle sale italiane, prodotto e distribuito da Lab 80 film, Abacuc di Luca Ferri. Un lungometraggio in bianco e nero, realizzato in Super 8, che in un intreccio fatto di richiami e citazioni, ruota intorno alla incredibile figura rappresentata dal protagonista, alter ego di un personaggio davvero esistente. Si tratta di Dario Bacis: 198 chili e 42 anni, uno sguardo fisso e glaciale ma allo stesso tempo intenso e umano.

 

Abacuc, nome del protagonista e titolo del film, è “l’ultimo uomo”: passa il suo tempo in una immobilità ripetitiva e distaccata da qualsiasi emozione, si reca al cimitero, in parchi tematici dell’Italia in miniatura o vicino ad architetture utopiche. Vive in una casa ferroviera e non proferisce mai parola, l’unica voce che si sente è quella femminile e fuori campo che interviene quando, strappato per un momento alla sua solitudine catastrofica, Abacuc alza una cornetta telefonica con il filo staccato: la donna rimane celata, comunica tramite citazioni letterarie e si rivelerà un cul de sac come l’esistenza di Abacuc. Un’esistenza che viene raccontata con immagini surreali, a tratti ironiche, e sempre di forte impatto visivo.

 

Dice Luca Ferri: «Abacuc, o Dario Bacis, come lo si vuol chiamare, ha una forza visiva unica, sembra un dipinto di Piero della Francesca. È il mio ecce homo, un individuo capace di condensare in sé il senso stesso del film: una riflessione sulla condizione del cinema come mezzo espressivo. In quanto sopravvissuto alla catastrofe, che vive nel continuo inseguimento di nulla, Abacuc rappresenta il bisogno dell’arte cinematografica di autoestinguersi e implodere in sé stessa ».

Abacuc è prima di tutto una commedia musicale – dice Alberto Valtellina di Lab 80 film -. È un film intellettuale solo in apparenza, basta poco per rendersi conto del senso dell’umorismo che lo permea. Luca Ferri afferma che il cinema è morto ma con Abacuc, paradossalmente, dimostra quello che il cinema può ancora offrire quado è capace di osare”.

Le musiche originali di Abacuc sono del Maestro Dario Agazzi: più che una colonna sonora una partitura contemporanea, in cui una sorta di requiem da organetto segue la ripetitività di Abacuc in un accompagnamento sonoro che sa quasi di vecchie chincaglierie.

 

Festival

 

Torino Film Festival 2014, Sezione Onde

Festival Internacional de Cine de Mar del Plata 2014, Sezione Italia Alterada 7½

Filmmaker Festival Milano 2014, Sezione Prospettive

Festa do Cinema Italiano Lisbona 2015

Catania International Film Fest 2015

Salon Internacional de la Luz Bogotà 2015

Maremetraggio Nuove Impronte Trieste 2015

Nomadica – Mostra itinerante per il cinema di ricerca Capo d’Orlando 2015

Festival de Cine Experimental - Cineautopsia Bogotà 2015

Laceno D’oro Avellino 2015

The 13th and the Last Experimental Film Festival Sydney 2015

            Festival Internacional de Cine Independiente de La Plata Festifreak 2015