AL CINEMA
Benvenuti a Cotacachi, in Ecuador, dove gli americani inseguono ancora l’«American Dream», in una sorta di paradossale migrazione al contrario. Centinaia di pensionati nord-americani hanno scelto di passare i loro ultimi anni di vita in questa piccola cittadina annidata tra due vecchi vulcani. Protetti dagli alti muri di cinta dei loro complessi residenziali di lusso o sistemati precariamente nelle piccole case del centro, Bruce e Claudia, Michael, Cynthia, Mia, Bob, Jack e Eileen tentano, ognuno a modo suo, di continuare a vivere secondo l’American Way. Cos’è che li ha spinti laggiù: il mito della “nuova frontiera”, lo stesso che aveva animato i loro antenati? O forse li ha costretti il basso importo mensile della loro pensione? Tra chiamate su skype ai parenti lontani e le meticolose cure che dedicano ai numerosi cani randagi, i protagonisti di questa storia vivono l’esperienza di un nuovo Eden, recluso nella propria bolla; tuttavia, qualcuno provvisto di maggior lucidità è capace di scorgere un parallelo tra le loro vite e quelle dei rifugiati di ‘Casablanca’. Anche qui, infatti, si aggirano degli spettri: quelli di un mondo, un tempo familiare, che ha cominciato a crollare…
In sala a:
Bergamo, Auditorium Cinema Lab 80 – il 1° ottobre con la presenza in sala degli autori
Roma, Apollo Undici – il 4 ottobre con la presenza in sala degli autori
Milano, Cinema Beltrade – il 5 ottobre con la presenza in sala degli autori
Bra (CN), Cinema Vittoria
Prato, Mabuse Cineclub
Torino, Cinema Classico
Trieste, Cineforum Campi Elisi
Firenze, Cinema Spazio Uno
Perugia, PerSo Festival
Il film è stato selezionato dalla Rete degli Spettatori
Nell’immaginario collettivo il raggiungimento dell’età della pensione è naturalmente collegato a un’idea di comfort e meritato riposo. Country for old men nasce dal nostro interesse verso un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società: l’emigrazione verso paesi più poveri da parte di quei rappresentanti della classe media che, con l’approssimarsi dell’età della pensione e l’aggravarsi della crisi economica mondiale, non sono più in grado di sostenere il tenore di vita al quale erano abituati.
Concentrandoci sulla vita di tutti giorni di un gruppo di pensionati americani, abbiamo cercato di capire se sia davvero possibile riuscire a replicare la propria vita ed essere felici a migliaia di chilometri da casa, in un contesto completamente diverso da quello di partenza. A realizzare insomma il sogno americano lontano dal paese che lo ha generato.
Il racconto delle vite e delle relazioni dei protagonisti, che il film costruisce attraverso una alternanza tra osservazione e discorso diretto in camera, dipinge il ritratto di una micro comunità che può essere letta come metafora della moderna società occidentale, costretta a fare i conti con la crisi dei valori su cui si è basata per più di un secolo: benessere economico, sicurezza, libertà individuali, realizzazione personale.
Abbiamo tentato di ridurre al minimo le interviste e gli accenni al passato e alla storia personale dei nostri protagonisti per raccontare una comunità che si svela nel suo eterno nuovo presente. Le immagini e i suoni, il paesaggio umano e naturale della sierra andina fanno da contrappunto alla vita chiusa in una bolla dei nostri personaggi, che trascorrono il loro tempo per lo più dentro le belle abitazioni blindate che hanno scelto e che mostrano con orgoglio. Il mondo che si sono costruiti intorno è assolutamente fittizio e slegato da ciò che accade fuori dalle loro case: non fanno più parte del loro paese d’origine, ma non fanno parte nemmeno di questo paese.