Elena e Harlan, un amore a prima vista e rapide nozze. Ma, poi, la mente di lei è sconvolta da una gelosia devastante che la porta a sopprimere tutti coloro che patologicamente individua come "rivali" nel rapporto con il marito. Strepitoso melodramma a forti tinte, che il tempo non ha appannato né indebolito. Perverso, affascinante, eccessivo in tutto, persino nelle scenografie. Una Gene Tierney bella da mozzare il fiato e una splendida fotografia di Leon Shamroy, premiata con l'Oscar.
GENE TIERNEY
Inizia la sua carriera di attrice negli anni ‘30, scoperta dal regista George Abbott, dopo aver lavorato come fotomodella ed attrice di teatro. Distintasi come la sciatta ma aggressiva contadina di Caldwell nella Via del tabacco di John Ford (1941), interpretò film di Sternberg ( I misteri di Shanghai, 1941), Ernst Lubitsch ( Il cielo può attendere, 1943), John M. Stahl ( Femmina folle, 1945) e di Otto Preminger, regista che la guidò nel suo personaggio forse più incisivo, quello di Laura in Vertigine (1944), grazie al quale conquistò un Oscar. Tra gli altri film interpretati vanno ricordati Il fantasma e la signora Muir di Joseph L. Mankiewicz (1947) e La mano sinistra di Dio di Edward Dmytryk (1955). La sua carriera comincia a declinare negli anni Cinquanta, dopo il fallito matrimonio con Oleg Cassini e la nascita di una figlia affetta da ritardo mentale: si ammala di depressione e viene ricoverata in una clinica. Torna al cinema nel 1962 con Tempesta su Washington di Otto Preminger. Nel 1979 pubblica la sua autobiografia, Self portrait, mai pubblicata in Italia, in cui racconta anche il periodo buio della malattia. Viene ricordata per la sua bellezza esotica e per il suo talento, per gli occhi magnetici dal taglio orientale, per l’aura di sensualità e mistero che l’hanno sempre contraddistinta.