Nella primavera del 1896, dopo oltre cinque anni di misterioso esilio, il brigante Tiburzi riappare improvvisamente in Maremma, terra che lo aveva visto monarca assoluto per un quarto di secolo. Ma la realtà è mutata: ora lo Stato Sabaudo controlla saldamente quei territori, un tempo selvaggi e insicuri. Inizia quindi un’affannosa caccia all’uomo, organizzata separatamente dalle forze dell’ordine e dai proprietari terrieri. Vecchio e zoppo, ostile ad accettare gli importanti mutamenti politici e sociali avvenuti negli anni della sua assenza e ignaro del cerchio che gli si stringe intorno, Tiburzi verrà catturato e ucciso nella notte fra il 23 e il 24 ottobre del 1896.