Valle Camonica. Mentre a Cedegolo, in bassa valle, un dipendente della società di forniture elettriche svolge le proprie mansioni quotidiane, in alta montagna, sulla diga del Lago d’Arno i suoi colleghi, guardiani della diga, aspettano il cambio del turno che arriverà in elicottero. Il tempo sospeso dell'attesa è scandito dai gesti quotidiani, dalle azioni ripetute, dal ritmo placido dei lavoratori della diga.
Il turno è un documentario in cui l’osservazione oltre che cifra stilistica è metro compositivo attraverso il quale raccontare le storie semplici di uomini che vivono e lavorano. Il tempo che detta la narrazione del film scorre lento e il senso dell’attesa diviene materico, proprio come per l'avvicendarsi delle stagioni, il paesaggio si trasforma gradualmente in modo quasi impercettibile. Le immagini, espressione di una macchina usata con perizia e discrezione e del suono in presa diretta, svelano i rapporti fra i protagonisti, le personalità e le storie. In un sottile equilibrio di sottrazione e addizione, silenzi e parole, ascolto e riflessione, l’invisibile pedinamento della realtà si è manifestato in un confronto con essa in cui il senso della misura dei passi e degli sguardi ha descritto un danzare inquieto in cui i corpi si allontanano ed avvicinano per ritrovarsi infine alla giusta distanza. Quella giusta distanza che ha a che fare con il cinema ma ancor di più con la vita. (Pietro de Tilla, Elvio Manuzzi, Tommaso Perfetti)