Un film documentario che segue il gruppo rock dei Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di “Volevo Magia”, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio.
Un’opera unica per capacità di entrare nell’intimità dei protagonisti, all’interno delle loro famiglie, nel profondo delle vite semplici che conducono e dei luoghi isolati dove vivono, ma in grado anche di raccontare la loro vita come rock band.
3 novembre – Bergamo, Auditorium
8 novembre – Carpi (MO), Cinema Eden
10 novembre – Milano, Cinema Beltrade
15 novembre – Como, Cinema Gloria
16 novembre – Albino (BG), Nuovo CineTeatro
17 novembre – Mezzago (MB), Bloom
19 novembre – Genova, Cinema Gioiello
21 novembre – Bergamo, Lo Schermo Bianco
22 novembre – Milano, Il cinemino
22 novembre – Genova, Cinema Nickelodeon
22 novembre – Brescia, Nuovo Eden
24 novembre – Verona, Circolo del Cinema
25 novembre – Rovigo, Cinema Teatro Duomo
27 novembre – Prato, Terminale Cinema
27 novembre – Cesena, Cinema Eliseo
29 novembre – Parma, Colonne 28
30 novembre – Livorno, Cinema 4 Mori
2 dicembre – Firenze, Cinema La Compagnia
5 dicembre – Santarcangelo di Romagna (RN), C'entro
6 dicembre – Pordenone, Capitol
7 dicembre – Trieste, Teatro Miela
8 dicembre – Udine, Cinema Visionario
9 dicembre – Mantova, Cinema del Carbone
12 dicembre – Puianello (RE), Multisala Eden
13 dicembre – Modena, Sala Truffaut
19 dicembre – Torino, Cinema Massimo
21 dicembre – Ferrara, Cinema Boldini
26 dicembre – Foggia, CineTeatro Cicolella
31 gennaio - Colle di Val d'Elsa (SI), Teatro del Popolo
21 febbraio - Bergamo, Lo Schermo Bianco
29 febbraio - Seregno (MB), Arci Tambourine
5 aprile - Carpi (MO), Mattatoyo
8 aprile - Varese, FilmStudio 90
10 aprile - Parma, Post Combofili
12 aprile - Piacenza, Rathaus
15 aprile - Correggio (RE), Idee di Gomma
29 aprile - Ferrara, Officina Meca
2 maggio - Bologna, RitmoLento - Il Casalone
22 maggio - Imola (BO), Estro
Ho conosciuto i Verdena nel 1999 in occasione del videoclip del loro primo singolo: “Valvonauta”. Io ero uno dei principali registi della scena italiana, loro un gruppo ancora sconosciuto.
Quello che mi colpì di più fu la loro indole, decisamente punk e anticonformista, infatti non vollero suonare in playback durante le riprese ma solo esclusivamente in diretta. Inoltre la loro giovanissima età - Luca non era ancora neanche maggiorenne - era per me una novità assoluta. Avevo già lavorato con molti altri musicisti di impronta rock, ma erano quasi già tutti trentenni; in Italia era difficile pensare di potersi affermare ed arrivare a incidere un disco con una major all’età che avevano allora i Verdena. Per quanto scontrosi e riservati sul set mi trovai molto bene con loro e feci il possibile per fare un video che fosse in sintonia con la loro musica. A un certo punto visto che il budget non era particolarmente alto e il tempo rimasto a disposizione era poco, decisi di interpretare personalmente io il ragazzo, filmato sempre di spalle, che si aggirava per il locale dove il gruppo suonava, con una 16 mm sulle spalle solidale al corpo. Così, senza saperlo, sono entrato dentro il clip di una canzone fra le più iconiche della storia del rock italiano.
Siamo poi tornati a lavorare insieme subito per il video successivo, “Viba”, girato a Londra durante la notte di Capodanno del 2000, poi per “Nel mio letto” e infine nel 2007 per “Angie”. E sono state tutte belle esperienze, soprattutto sempre libere e lontane da compiacimenti estetici e commerciali.
Quando l’anno scorso Luca Bernini, manager del gruppo insieme a Michele Annechini, mi ha chiamato per provare a realizzare un film sui Verdena, conoscendo bene i miei trascorsi con loro e il mio percorso professionale che, dopo i videoclip, si era dedicato al cinema, sia di finzione che documentario, ho subito accettato.
Certo la proverbiale riservatezza del gruppo, se non accresciuta, di certo non si era ammorbidita, ma l’occasione dal punto di vista narrativo era veramente allettante.
Avevo la possibilità di raccontare i Verdena così come sono, senza filtri né atteggiamenti precostruiti, in un momento topico della loro carriera, cioè quando si apprestavano a tornare sulla scena dopo sette lunghissimi anni di silenzio.
Era una trama perfetta per farne un film che, lontano da metodi da videoclip e dalla visione spesso stereotipata di altri documentari musicali, raccontasse con un taglio fortemente cinematografico la vita di un gruppo potentissimo dal punto di vista musicale e umanamente diverso da tutti. Sapevo che non sarebbe stata un’operazione semplice e tanto per cominciare ho deciso che l’unica maniera per non creare filtri fra noi era che durante le riprese ci fossi solo io. Perciò, con una metodologia che amo sempre di più usare nei miei documentari d’osservazione, le due camere, la fotografia e l’audio li ho gestiti totalmente da solo. Grazie ai Verdena che, dopo anni che non ci vedevamo, mi hanno accolto come se il tempo non fosse passato e hanno aperto il loro mondo al mio sguardo, “X sempre assenti” è diventato quello che volevo che fosse: un film, con una sua drammaturgia e uno taglio realistico e cinematografico al punto da essere un prodotto inedito e molto personale.