Cronaca delle trasformazioni di un pezzo di Marsiglia durante il grande piano di ristrutturazione urbana che ha avuto luogo tra il 2007 e il 2009. Alcuni se ne vanno, altri arrivano, altri ancora decidono di restare, o di resistere. Alcuni decidono di demolire, altri di costruire. Altri ancora decidono di continuare a vivere la loro vita come se nulla fosse.
Il regista segue ostinatamente i cambiamenti, a volte imprevisti, per cercare di capire come tutte queste cose si incontrino e, a volte, si scontrino.
Prima che un film d’immagini è un film di voci, una polifonia. Voci anonime che s’incrociano, si sovrappongono, si rispondono e si contraddicono. Immersi nel corpo della città, frammenti di vita sequestrati nelle strade o attraverso i muri, lento vagare fra gli strati segreti di un quartiere. Un puzzle i cui pezzi s’incastrano gli uni agli altri con difficoltà. Il luogo: la Joliette, una zona nei quartieri del porto di Marsiglia; più precisamente un isolotto, di cui la metà sarà ridotta in polvere prima che il film ne termini il giro completo, pensato in modo tanto metodico quanto imprevedibile. Quando: verso la fine dell’epoca della “riconquista” delle nostre città, dove fragili torri di vetro fioriscono sulle rovine di fabbriche delocalizzate. Attori: alcuni individui, dagli interessi contrastanti, che si muovono nel mezzo di un’operazione che li ha tutti superati, anche i più altolocati. Mappa di un campione di mondo che si disegna sotto i nostri occhi. (Till Roeskens)