Marco Belelli, in arte Divino Otelma è un noto filosofo e personaggio...
Pierino Aceti è un signore abitudinario, appassionato di cinema, oggi...
FREE! Una coppia d'innamorati trascorre insieme un secolo di vita...
Un film documentario che è il ritratto di un critico cinematografico...
Schizofrenia e gioco. Raffinata cultura e Raffaella Carrà. Esibizione e timidezza. Chi si nasconde sotto un trucco eccessivo ha voglia di svelarsi alla telecamera? È come un puzzle: il mondo delle Drag Queens raccontato con intelligenza e attenzione.
Sul mondo degli allevatori di bestiame c'è molto da raccontare. Siano aziende, siano solitari eremiti. Nei pressi del Pizzo Formico, in Val Seriana, c'è un alpeggio. Le mucche passeranno lì l'estate. Il viaggio di Teresa Amara è un film duro e dolce, poetico e veloce, reale e surreale
A duecento anni dalla sua fondazione, una fotografia della comunità evangelica, dalla matrice svizzera del nucleo originario alla varietà e ricchezza di esperienze e di culture che oggi esprime. Il documentario racconta, attraverso la sensibilità delle sue diverse componenti, una comunità che continua a segnare, con la sua presenza discreta, la vi...
Può fare ridere un film che ha la morte come soggetto? Sei piedi sopra è un volo leggero nel mondo delle professioni collegate alla morte: chi costruisce bare, chi compone i cadaveri, chi evoca gli spiriti, chi allestisce le lapidi, chi prepara le corone di fiori. Memento mori...
Con le parole dei testimoni il film racconta il bombardamento delle acciaierie Dalmine la mattina del 6 luglio 1944 che provocò la morte di centinaia di persone. Nel buio del bunker, durante una recente esplorazione, le immagini ritrovano oggetti ed evocano quei tragici momenti.
Alcuni anni fa – si era in allarme “mucca pazza” – pareva che un nuovo animale dovesse entrare nella dieta degli italiani: lo struzzo. Cosa è stato di questa ventilata migrazione culinaria? Alcuni allevatori di struzzi ci mostrano come il volatile possa integrarsi nella vita di un’azienda agricola bergamasca.
Chi crede che Bergamo sia una città provinciale, in cui le persone restano inesorabilmente ingabbiate, giorno dopo giorno, per tutta una vita, dovrebbe conoscere i protagonisti di A tratti coda. La mobilità lavorativa, scelta o imposta, non è solo questione globale da dibattito sociologico, ma anche e prima di tutto vicenda privata in storie individuali.
Vita quotidiana di un Centro di Aggregazione Giovanile. Ragazzi ed educatori alle prese con le prove per un concerto rock, la preparazione di una cena di gruppo, l’organizzazione di una festa. Lo sguardo preciso della camera porta allo scoperto le dinamiche sottili che legano i personaggi in relazioni non sempre facili da decifrare.
Esterno. Valle. Un operaio esce di casa per andare al lavoro. Un contadino raccoglie il fieno nel campo. Una videocamera irrompe nella Valcamonica. Da una parte gli autori, dall’altra i soggetti. E nel mezzo quel freddo mezzo tecnologico che poi alla fine smette di mordere e unisce, svela nell’intimo, crea sentimenti imprevisti.