L’Archivio Nino Zucchelli è composto da quattro fondi distinti, archivistico, librario, fotografico e cinematografico. La ricchezza di questo patrimonio archivistico è data, da un lato, dagli estremi cronologici della documentazione (dal 1943 al 1994), dall’altro, dalla varietà e dalla quantità dei materiali conservati, che nella loro eterogeneità ben si prestano a offrire una ricca mappatura dei molteplici ambiti di interesse in cui operò Nino Zucchelli.
Promotore di un cinema “giovane”, non allineato, fuori dai circuiti mainstream, talvolta ancora acerbo ma sempre dinamico e innovativo, Zucchelli scoprì e portò in Italia diverse cinematografie emergenti o “nascoste”, destinate a lasciare un segno nella storia del cinema.
Il fondo si completa con la produzione registica di Nino Zucchelli, autore egli stesso, tra il 1956 e il 1966, di documentari sull’arte e sul patrimonio artistico culturale italiano. Avvalendosi della collaborazione di professionisti come Emilio Cigoli (voce narrante), Carlo Rustichelli (musiche), Mario Bernardo, Franco Vitrotti e Carlo Ventimiglia (fotografia), Zucchelli si mette in gioco in prima persona come autore.
Il Fondo Cinematografico conserva la produzione registica di Nino Zucchelli, autore di documentari sull’arte e sul patrimonio artistico culturale italiano (1956-1966), e oltre un centinaio di film raccolti da Zucchelli all’interno del festival cinematografico Mostra Internazionale del Film d’Autore, già Gran Premio Bergamo Internazionale del Film dell’Arte e sull’Arte, da lui diretto a partire dal 1958 e fino al 1994.
La nostra cineteca custodisce per conto di GAMeC di Bergamo la preziosissima collezione di film indipendenti e d’arte, costituita da un totale di 141 pellicole cinematografiche nei formati 16 mm e 35 mm, che coprono un arco cronologico di oltre 50 anni, dal 1943 al 1994.
La seconda sezione del Fondo, la più consistente, comprende sia i film che hanno partecipato a vario titolo nelle sezioni del festival, sia quelli ricevuti ma non inseriti nel programma della manifestazione, per un totale di centoventiquattro film. Di questa seconda parte, il progetto A volte ritornano. Percorsi di cinema d'arte ha previsto la digitalizzazione di 54 pellicole scelte in base alla coerenza di tema e provenienza: si è scelto di includere tutti gli autori italiani presenti con opere dedicate all’arte e autori europei di film d’arte o sperimentazione artistica. Una carrellata molto estesa, sia in termini cronologici (un intervallo temporale che copre i trentasette anni di vita del festival), che di rappresentanza geografica e contenutistica. Opere che, nella loro già menzionata unicità, sono anche un chiaro esempio della multidisciplinarietà delle arti.