Claudio Beltramelli si occupa da solo di una fattoria tradizionale e coltiva la terra senza usare macchinari. Mentre lavora Claudio racconta la sua scelta di vivere in modo ricco una vita senza fronzoli, tecnologicamente lontana dalla modernità, seguendo un percorso ispirato degli esempi quotidiani della natura. Una prospettiva stimolante e profonda sul consumo sostenibile e sul rapporto tra modernità e natura.
La ricerca documentaristica sul modo di vivere di Claudio è nata dalla curiosità di avvicinarci e conoscere ciò di cui siamo fatti, di riprendere consapevolezza delle nostre radici e tentare di scorgere la sfida all'ipocrisia del vivere, oggi, il quotidiano.
Claudio, mentre lavora, riflette e ci parla dei temi a lui cari; la sua retorica fluisce come un torrente in piena e ci racconta della sua terra, quella che ha scelto, quella delle sue radici. Noi ci siamo posti in maniera umile piuttosto che radicale. Abbiamo preferito osservare in posizione d'ascolto, piuttosto che affrontare con maggiore veemenza il confronto. La radicalità, crediamo, la si può esprimere soltanto quando si conosce o si ha la visione della complessità di ciò che si sta affrontando.
La nostra regia, quindi, è rimasta lenta e discreta, come la nostra vorace volontà di capire la scelta del coltivare. Inoltrandoci nelle sue innumerevoli parentesi, digressioni mentali e metafore tra la vita e ciclo vitale, abbiamo potuto condividere una parte del viaggio di Claudio. La sintesi discorsiva, molto cara alla narrazione, è stata abbandonata in favore di una contemplazione attiva, immergendoci così in una serie di discorsi, parole e metafore che si schiudono, sbocciano e crescono, come zolle di terra che nascondono segreti al loro interno, come i semi che nel corso della vita si lanciano, e che a volte, possono germinare come zampilli d'acqua nella mente. (Giorgio Affanni, Andrea Grasselli)